Che fortuna avere amic* musicist*, cantant* e compositor* … Sabino de Bari, virtuoso chitarrista e compositore eclettico, ha pubblicato da poco il suo ultimo lavoro: “Nubes”.
Per una persona come me, incline da sempre all’ascolto di musica rock, grunge e indie, l’ascolto di “Nubes” – lavoro di ricerca sonora di avanguardia con una chitarra decacorde – è stato una vera e propria esperienza musicale, tanto strana quanto sorprendente.
Alcune composizioni – “Halos I, II, III”- (almeno per me così è stato) sembrano insinuarsi con insistenza crescente nei pertugi più nascosti della mente, in un altalenarsi di armonie ripetitive e ipnotiche, quasi a ricordare il rimuginio dei pensieri che a volte ci ossessionano. In altre composizioni – come le “Four minimal dances” – la metodica ritmicità assieme all’esplorazione di sonorità inedite, colgono l’essenza dei ritmi della natura presenti fuori e dentro di noi … una ricerca ritmica che sembra ispirarsi ad un “tempo biologico interno” appartenente alla corporeità, alla materia, dall’infinitamente piccolo (l’atomo, le cellule) all’infinitamente grande (il cosmo, lo spazio). Insomma, un’esperienza singolare che ho trovato estremamente affascinante!
Se avete un po’ di tempo da dedicare a voi stess* e avete voglia di scoprire quello di cui vi sto parlando, andate ad ascoltare Sabino e il suo album “Nubes” su Spotify … ne rimarrete affascinati.